
Questo, della scuola del Bosch, è un quadro molto particolare. La visione di Tondalo, che narra della visione di un nobile bello e forte ma moralmente indegno, dedito al furto e al saccheggio (infatti nell’aldilà espierà il furto di una vacca), nel quadro è accennata, più che sviluppata puntualmente in un percorso visivo illustrativo del testo. Sono derivati dalla visione le donne nella montagna (a sin) che partoriscono serpenti, che nel racconto uscendo lacerano i loro ventri con i denti e gli orifizi da cui vengono espulsi con uncini; la cisterna (nel testo quadrata) che dovrebbe essere colma di fiamme e fumo, mentre nel quadro è una sorta di melma; la bestia con le ali, becco e unghie di ferro (in basso a dx), che nel racconto è un gigantesco demone-uccello che inghiotte e tormenta nel proprio intestino i dannati e che qui viene trasformato in una sorta di anatroccolo mostruoso ma apparentemente innocuo e addirittura addomesticabile; il fiume infernale (in alto a destra) che però manca del ponte, sostituito da una porta con guarnigione.
Per loro natura i sogni sono inesplicabili e portano messaggi difficili da interpretare, né ogni cosa si compie per i mortali. Due sono le porte dei sogni immateriali, una di corno e l’altra d’avorio; e quelli che escono attraverso l’avorio illudono, perché portano messaggi che non si realizzano, mentre quelli che procedono per la porta di polito corno compiono cose vere, ogni volta che un mortale li vede.
Omero
“I sogni sono vivai brulicanti di pensieri fetali, dalle forme più distanti da quelle di un pensiero (come una cellula appena fecondata è distante da un bambino) alle forme ad esso più prossime (come feti al compimento della loro gestazione). Non sono stagni, ma fiumi in piena che attraversano il nostro dominio cognitivo, che impregnano le terre di confine tra l’individuo e il mondo, che rendono incerto il limite che la ragione vorrebbe netto tra il ‘già stato’ e il ‘non ancora’. ….
Il sogno, la follia d’amore, il rapimento mistico, la creazione artistica sono creazioni dell’irrazionale, diverse per compiutezza e narrabilità, e ad esse vengono destinati luoghi circoscritti, ai quali ciascuno può accedere godendone o soffrendone, senza che il principio di realtà venga offuscato.”
Diego Napolitani
la bellezza del pensiero
Cosciente-mente

Ho inserito il quadro di Hieronymus Bosch e di March Shagall perché sono molto aderenti al linguaggio onirico, i simboli in essi contenuti colpiscono pur non essendo compresi. L’inconscio infatti, parla una lingua universale, il sogno è un meta-linguaggio arcaico, talvolta molto primitivo, denso di emotività e sensorialità che spesso si perde al risveglio.
Il sogno è uno dei principali “ponti” tra la vita inconscia e la coscienza, la metaforizzazione ed il simbolismo onirico sono gli elementi chiave che ci aiutano a comprendere che cosa sta succedendo oltre a che cosa è successo nella propria vita, la condensazione di simboli in un sogno, come in un quadro spesso ci dà la sensazione immediata che ciò che abbiamo visto oniricamente ci riguarda…anche se non sappiamo che cosa significhi…
“Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo d’un sogno è raccolta la nostra breve vita”
W. Shakespeare, La tempesta, atto IV, scena I

Nel quadro sopra riportato la pittrice rappresenta il rapporto con la morte, lo scheletro è vivo sopra il baldacchino e il sonno di Frida è tranquillo mentre le piante rappresentano la vita.
Ho voluto utilizzare queste immagini per introdurre l’argomento delle rappresentazioni artistiche del sogno e come questo argomento sia presente non solo in tutte le culture ma anche in tutte le discipline a testimonianza dell’enorme fascino e dei molteplici significati attribuiti ai sogni nel corso della storia dell’umanità: sogni rivelatori, premonitori, messaggi divini ecc..
Senza soffermarci sulla storia e sulle manifestazioni nelle varie discipline letterarie di cui ci sono nel corso dell’elaborato delle incursioni sotto forma di immagini cercheremo di trattare l’argomento scegliendo degli autori per poter poi spiegare e narrare un gruppo di psicoanalisi multifamiliare dedicato ai sogni dei partecipanti.
Il sogno è un’ottima porta per entrare in intimità, infatti è un fenomeno che accade durante il sonno quando l’individuo perde il contatto con il mondo della realtà e con esso anche con la concezione del tempo, dello spazio e la capacità di decidere e di agire. Nel sogno non è possibile decidere l’inizio, il corso degli eventi e neanche la fine. Ci si trova ad essere spettatori o protagonisti ma al tempo stesso impossibilitati a gestirne l’andamento.
E’ la psicoanalisi la sola disciplina ad interessarsi al sogno come rivelatore dell’inconscio, come funzione della mente in grado di trasformare simbolicamente esperienze pre-simboliche e di creare immagini che colmano il vuoto della non rappresentazione di un inconscio precoce non rimosso.
Il primo ad occuparsi dei sogni è stato Freud. Per Freud il sogno è la “soddisfazione allucinatoria di un desiderio rimosso nell’infanzia” e la sua interpretazione rappresenta “la via regia che porta alla conoscenza dell’inconscio”. Per Freud nei sogni esistono: un contenuto manifesto (quella parte del sogno che viene raccontata al risveglio da parte del sognatore; in sostanza, la storia e gli elementi del sogno per come vengono espressamente ricordati dal sognatore. Gli elementi che compongono tale “storia” sono simbolici, e devono essere interpretati analiticamente per poter arrivare al significato “profondo” del sogno stesso) e un un contenuto latente (attraverso l’interpretazione analitica dei simboli contenuti nel sogno si riesce ad arrivare alla ricostruzione dei contenuti inconsci che, altrimenti, non potrebbero apparire alla coscienza).
Quando si sogna esistono delle forme regressive che influiscono sul lavoro onirico prodotto dalla censura. La censura è responsabile della retorica del sogno, cioè dello scarto tra contenuto latente e contenuto manifesto attuando delle distorsioni e delle metafore per permettere lo svolgimento del sogno.
E’ possibile grazie alla regressione rivivere le emozioni e le esperienze più significative dello sviluppo in quanto nel sogno si attiva un processo che unisce il presente al passato e favorisce un collegamento tra le esperienze emotive e affettive attuali e quelle di un tempo, depositate nella memoria o rimosse.
Secondo questa teoria il sogno è testimone del funzionamento dell’apparato psichico e mostra una specifica funzione autopoietica, come se il sognare fosse capace di plasmare l’apparato psichico arricchendone le potenzialità.


Mentre per Jung: “I sogni sono condizionati dai nostri problemi, dalla nostra vita e dalla realtà circostante e che non per forza vogliono e devono essere interpretati come desideri, l’oggetto di un sogno non per forza deve essere investito di un valore sessuale”. Inoltre Jung scardina l’impianto teorico di Freud negando la distinzione fra contenuto manifesto e latente e la necessità di decifrare il risultato fra censura e pulsioni. Per Jung il sogno è rivelatore.
Per Bion invece il sogno è uno strumento di conoscenza. Sostiene che il sogno può consentire operazioni di trasformazione delle esperienze (emotive e sensomotorie) in pensiero, attraverso la funzione α: il sogno, avendo la funzione prettamente psichica di trasformare le esperienze, coincide con la capacità di pensare. Di conseguenza, chi “non è in grado di trasformare la propria esperienza emotiva in elementi alfa, non può neanche sognare”.
Binswanger tratta il sogno non contrapposto all’esistenza, ma in quanto esistenza: dichiara infatti che “il sogno, in fondo, non è altro che un modo particolare dell’essere dell’uomo”. Sostiene che il sogno non è un settore separato dallo stato abituale di veglia, ma una modalità particolare dell’essere uomo. Ritiene che sognare non è un altro modo di fare esperienza di un altro mondo, bensì il modo più radicale di fare esperienza del proprio mondo. Quindi il sogno non è un fenomeno da analizzare ma una guida per penetrare la storia della vita interiore dell’individuo.
In gruppoanalisi Foulkes sostiene che il sogno raccontato in gruppo appartiene al gruppo e le associazioni le fanno anche altri componenti del gruppo. E’ molto probabile che il sogno tratti della situazione personale del sognatore, anche in relazione al gruppo e sul gruppo. Arrivando a Diego Napolitani che intende “il sogno come un accadimento stupefacente, un vissuto di stupore, un’esperienza che anche se appartiene alla quotidianità assume una valenza non abituale. E’ un evento emotivo dato da un incontro inatteso, che può avvenire tra le parti che compongono la gruppalità interna del sognatore: “… il sogno è rappresentazione (in senso teatrico) del divenire dell’uomo, della sua attitudine ri-concepitiva, del suo travaglio tra un passato che tende a rendere fossili, un avvenire profondo come un abisso nel quale l’esistenza umana è ontologicamen-te gettata.”
“Il sogno è considerato non tanto e non solo come via regia per accede-re all’inconscio, ma anche come teatro, scena dove l’analista può entrare all’unisono con la dimensione immaginativa del paziente e con la genesi del significato emotivo dell’esperienza.
La conclusione non può che prendere in considerazione che il sogno è un teatro, un’autorappresentazione della mente e anche come luogo dove l’io conduce la battaglia più ardua contro il disordine e la mancanza di senso. L’uomo ha quindi necessità di sognare, oggettualizzando così le proprie dinamiche interne, sviluppando uno strumento di conoscenza di sé e dei propri oggetti interni di cui la mente ha bisogno per mobilitarsi e crescere.”
Napolitani
Dott.ssa Signorini Sabrina
BIBLIOGRAFIA
- Alfè Anna Maria il sogno come luogo dell’arte rivista italiana di Gruppoanalisi n°1/2010
- Mascolo Patrizia Sogno e Pensiero Antropoanalisi
- LA CONCEZIONE ATTUALE DEL SOGNO IN PSICOTERAPIA di Giuseppe Lago su “mente e cura n° 1-2 2012”